Calcolatore dell’EBITDA:”Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization”

Written by: on 2024-05-22

Questo calcolatore serve a determinare in un paio di secondi l’EBITDA, cioè gli utili generati da un’azienda con l’esclusione degli interessi, delle imposte, degli accantonamenti e degli ammortamenti.

L’EBITDA

EBITDA è l’acronimo di “ Earning Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization”: in italiano “utili generati prima degli interessi, delle imposte, degli ammortamenti”. Si tratta di un indicatore comunemente utilizzato dagli analisti e dagli investitori per valutare se – e quanto bene – un’azienda è in grado di generare ricchezza solo tramite l’operatività gestionale, escludendo gli altri fattori che incidono sul reddito netto finale. Infatti misura l’efficacia dell’operatività relativamente alle sole “tipiche” attività di una determinata azienda (le cosiddette “operations”), senza considerare i risultati derivanti da scelte di natura fiscale o finanziarie, ovvero senza tener conto di tasse, interessi, accantonamenti, ammortamenti, svalutazioni di immobilizzazioni e dell’attivo circolante.

analisi (breakdown) dell’acronimo EBITDA

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Risultato:

`; } else if (metodo === 'ebit') { dynamicInputs.innerHTML = `
`; } } function calculateResult() { const metodo = document.getElementById('calcolo-metodo').value; const resultSpan = document.getElementById('calculation-result'); let risultato = 0; if (metodo === 'utile') { const utileEsercizio = parseFloat(document.getElementById('utile-esercizio').value) || 0; const oneriFiscali = parseFloat(document.getElementById('oneri-fiscali').value) || 0; const proventiFiscali = parseFloat(document.getElementById('proventi-fiscali').value) || 0; const interessiPassivi = parseFloat(document.getElementById('interessi-passivi').value) || 0; const interessiAttivi = parseFloat(document.getElementById('interessi-attivi').value) || 0; const ammortamentiAccantonamenti = parseFloat(document.getElementById('ammortamenti-accantonamenti').value) || 0; const rivalutazioniAziendali = parseFloat(document.getElementById('rivalutazioni-aziendali').value) || 0; const speseStraordinarie = parseFloat(document.getElementById('spese-straordinarie').value) || 0; const proventiStraordinari = parseFloat(document.getElementById('proventi-straordinari').value) || 0; risultato = utileEsercizio + oneriFiscali - proventiFiscali + interessiPassivi - interessiAttivi + ammortamentiAccantonamenti - rivalutazioniAziendali + speseStraordinarie - proventiStraordinari; } else if (metodo === 'ebit') { const EBIT = parseFloat(document.getElementById('EBIT').value) || 0; const svalutazioni = parseFloat(document.getElementById('svalutazioni').value) || 0; const ammortamenti = parseFloat(document.getElementById('ammortamenti').value) || 0; risultato = EBIT + svalutazioni + ammortamenti; } else { resultSpan.textContent = 'Seleziona un metodo di calcolo valido.'; return; } resultSpan.textContent = risultato.toFixed(2); }

Differenze tra EBITDA e MOL

Nella pratica quotidiana per indicare l’EBITDA (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization) viene spesso utilizzato l’acronimo MOL; ma i due indici margini esprimono grandezze diverse. 

Il MOL (Margine Operativo Lordo) indica la redditività che l’azienda consegue in relazione alla sola sua gestione caratteristica, e viene espresso al lordo degli ammortamenti e dagli accantonamenti (finanziari, per il tfr, per rischi ecc..) i quali non comportano un’uscita finanziaria e che quindi rappresentano solamente un costo contabile. 

La differenza tra l’indice EBITDA ed il MOL, è legata agli accantonamenti che,

Come si calcola l’EBITDA

Per calcolare l’EBITDA, per prima cosa occorre riclassificare i conti economici aziendali secondo il seguente schema.

Ricavi delle vendite e delle prestazioni
– Costi operativi + Altri proventi – Altri costi
= Margine operativo lordo (EBITDA)
– Ammortamenti operativi – Svalutazioni di attività
= Risultato operativo o della gestione ordinaria (EBIT)
+ Proventi finanziari – Oneri finanziari
= Risultato della gestione finanziaria
+ Proventi straordinari – Oneri straordinari
= Risultato della gestione non caratteristica o straordinaria (Utile ante imposte)
– Imposte d’esercizio
= Utile netto d’esercizio

Osservando lo schema cui sopra, si ricava che per calcolare l’EBITDA si possono utilizzare due formule.

1° formula

EBITDA  = EBIT (Earnings Before Interests and Taxes) + Svalutazioni  + Ammortamenti

2° formula

EBITDA  = Utile d’esercizio + oneri fiscali – proventi fiscali + interessi passivi – interessi attivi + ammortamenti ed accantonamenti – rivalutazioni aziendali + spese straordinarie – proventi straordinari.

Un esempio di calcolo

Per fare un esempio semplice dei possibili diversi utilizzi dell’indicatore EBITDA, proviamo a mettere a confronto i dati di due società per lo più identici, tranne che per il fatto che,

Azienda A vs. Azienda B
Azienda AAzienda B
Reddito10.00010.000
Costo dei beni venduti 2.0002.000
Finanziamento da capitale proprio010.000
Interessi passivi (10.000 Euro in debito al 10% di interesse)1.0000
Svalutazione dell’attrezzatura1.0001.000
Reddito prima delle imposte (EBT)6.0007.000
Imposte ( aliquota dell’imposta sulle società del 22% )1.2601.470
Reddito netto4.7405.530

Più redditizia sembra essere la società B, dato che ha un reddito netto più elevato della società A. Quest’ultima è infatti gravata dall’aggiuntivo costo degli interessi passivi che invece non ha la società B, dato che il suo capitale finanziario proviene dagli azionisti. 

Fatte queste premesse, passiamo a calcolare l’EBITDA di entrambe le società in modo da sapere quale delle due abbia (tecnicamente) una migliore redditività. 

Azienda A

EBITDA = 4.740 euro (utile netto) + 1.000 euro (interessi) + 1.260 euro (imposte) + 1.000 euro (svalutazione) + 0 euro (ammortamenti) = 8.000 euro 

Azienda B

EBITDA = 5.530 euro (utile netto) + 0 euro (interessi) + 1.470 euro (imposte) + 1.000 euro (svalutazione) + 0 euro (ammortamenti) = 8.000 euro. 

Come si vede, pur in presenza di diversi valori di utili netti, entrambe hanno un EBITDA pari ad euro 8.000, il che le rende sostanzialmente uguali sotto questo profilo. Ciò dipende principalmente dal fatto che dispongono di capitali provenienti da fonti diverse. 

A differenza dei tradizionali metodi di valutazione basati sui profitti, l’EBITDA ci mostra in modo evidente che – quanto alla redditività generata dalle loro attività – queste due società sono più simili di quanto possano suggerire i loro numeri “assoluti”.

L’EBITDA nei diversi settori d’attività

Ecco quali possono essere i valori reddituali indicativi legati alla sola attività delle aziende operanti nel settore industriale.

Tuttavia questo “schema di valori” può divergere tra un settore d’attività ed uno diverso. Per esempio:

Alcuni indicatori finanziari basati sull’EBITDA

L’indice EBITDA viene spesso utilizzato anche per la costruzione di indicatori utili a valutare un’azienda sotto diversi altri profili, come i seguenti ad esempio: 

Il Debt/EBITDA

L’EV/EBITDA, dove EV sta la capitalizzazione di mercato

L’EBITDA Adjusted

Come utilizzare il nostro calcolatore

Il nostro calcolatore dell’EBITDA si basa su vari elementi. Per calcolare questo indicatore con facilità occorre seguire i seguenti passaggi.

  1. Innanzitutto, inserire il valore dell’utile di esercizio.
  2. Quindi nelle celle successive vanno inseriti i valori: degli oneri fiscali, dei proventi fiscali, degli interessi passivi, degli interessi attivi, degli ammortamenti ed accantonamenti, delle rivalutazioni aziendali, delle spese straordinarie, dei proventi straordinari.
  3. Il calcolatore automaticamente calcolerà l’EBITDA e ci mostrerà sotto forma tabellare un riassunto dei calcoli fatti.

A chi, ed a cosa l’EBITDA è utile

L’EBITDA è uno dei strumenti operativi di misurazione maggiormente utilizzati dagli analisti. Consente loro di focalizzare l’attenzione sugli esiti delle decisioni operative “tipiche”, escludendo gli impatti derivanti dalle scelte non operative, quali quelle relative,

Riducendo al minimo questi impatti che sono impatti unici per ciascuna società, l’EBITDA consente agli investitori di avere come unica misura la redditività operativa dell’azienda. Tale strumento di analisi è particolarmente importante:

Quando può rivelarsi ingannevole

L’indicatore EBITDA può anche essere ingannevole quando viene applicato in modo errato o in casi e situazioni particolari.

  1. È particolarmente inadatto alle imprese con elevati carichi di debiti o per quelle che devono sostituire frequentemente attrezzature costose.
  2. Le società con un reddito netto basso possono impiegarlo per “mascherare” la loro redditività. In questi casi l’EBITDA sarà quasi sempre superiore all’utile netto di bilancio.
  3. Dato che non si applicano all’indicatore l’EBITDA i “principi contabili generalmente accettati”, c’è anche la possibilità che una società possa includere nei suoi dati anche alcune voci di bilancio relative al successivo periodo di riferimento.
  4. L’indicatore EBITDA può essere facilmente manipolato anche modificando i piani d’ammortamento in modo da gonfiare le proiezioni degli utili.
  5. L’EBITDA può anche dare un’immagine distorta relativamente ai soldi che un’azienda ha a sua disposizione di per pagare gli interessi. Quando si aggiungono ammortamenti e gli accantonamenti, i guadagni di un’azienda possono apparire maggiori di quanto non siano realmente.
  6. L’EBITDA non tiene conto delle variazioni riguardanti il capitale circolante dell’azienda: una liquidità fluttuante in ragione degli interessi, delle tasse e delle spese in conto capitale. Per cui,

Pertanto, quando si prende in considerazione l’EBITDA di un’impresa, è meglio considerare anche altri fattori come le spese in conto capitale, i cambiamenti (quanto  alla loro natura) del capitale circolante, i pagamenti dei debiti e, ovviamente, l’utile netto. 

In sostanza, l”EBITDA è un indicatore utile se viene impiegato correttamente ed in buona fede.