Calcolo dell’impronta di carbonio o “carbon footprint” di un volo in aereo

Non possiamo contribuire a tener sotto controllo il riscaldamento globale senza essere a conoscenza di quanto inquinamento atmosferico, ovvero di quanto CO2 equivalente, noi singolarmente causiamo quando prendiamo l’aereo. Il nostro calcolatore stima l’impatto ambientale del volo aereo in relazione ad una determinata sua durata.

L’impronta di carbonio/carbon footprint

L’impronta ecologica è l’indicatore che viene utilizzato per valutare il nostro consumo di risorse naturali in rapporto alla loro capacità di rigenerarsi.

L’impronta di carbonio (dall’inglese “carbon footprint”) è la misura della quantità totale dei gas ad effetto serra emessi in atmosfera per effetto delle attività umane direttamente o indirettamente collegate ad un prodotto, ad un servizio o ad altro – espressa con riferimento all’anidride carbonica (CO2).

L’impronta di carbonio di un volo d’aereo quindi non è che una stima delle emissioni gas serra causate dalle persone che volano in aereo, quindi di quelle causate indirettamente anche da te quando viaggi con questo mezzo.

Calcolatore

Calcolo dell’impronta di carbonio di un volo

Emissioni totali di CO2:

I gas e l’effetto serra, la CO2 equivalenza

L’unità di misura “impronta di carbonio” viene espressa in grammi (o chilogrammi o tonnellate) di anidride carbonica (CO2) equivalente.

Ricordiamo a questo proposito,

  • che l’anidride carbonica o biossido di carbonio (CO) è un gas naturalmente presente nell’atmosfera inodore ed incolore;
  • che la CO2 equivalente (CO2 e) è invece l’unità standard dell’impatto sul riscaldamento globale prodotto da una certa quantità di gas serra in rapporto alla quantità di CO2  (anidride carbonica);
  • che la tonnellata di COequivalente è il parametro che viene utilizzato per pesare in modo unitario le emissioni dei diversi (quanto ad effetti sull’ambiente) gas presenti in atmosfera ad effetto serra;
  • che l’effetto serra è quel fenomeno naturale che produce riscaldamento;
  • che i gas ad effetto serra sono quei componenti gassosi dell’atmosfera in grado di incidere sull’effetto serra.

Ad incidere infatti sull’effetto serra non è solo l’anidride carbonica (CO2), ma anche tutti quegli altri gas che vengono definiti “gas serra”, e cioè,

  • il metano (CH4),
  • l’ossido nitroso (N2),
  • gli idrofluorocarburi (HFC),
  • i perfluorocarburi (PFC),
  • e l’esafloruro di zolfo (SF6).

Per determinare l’impatto ambientale di questi gas come comune denominatore ci si basa, come abbiamo detto, sull’anidride carbonica (CO2) e si parla conseguentemente di inquinamento equivalente di CO2.

– Leggi anche: Calcolatore del nostro peso sulla Luna, su Marte e su altri pianeti.

L’effetto serra. Perché dobbiamo ridurlo.

Il motivo per cui (in ragione di alcuni gas presenti nell’atmosfera) l’effetto serra determina un riscaldamento è molto semplice:

  • permette ai raggi solari di passare e di scaldare quello che vi è all’interno,
  • ma non permette al calore presente al suo interno di uscire,
  • e ciò comporta che l’ambiente interno abbia una temperatura maggiore di quella esterna.

I gas ad effetto serra creano un innalzamento della temperatura terrestre e dell’atmosfera sottostanti in quanto agiscono alla stregua del rivestimento trasparente che ricopre la serra “tradizionale”.

Per quanto attiene ai livelli legati ai gas serra, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico – IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) sostiene che,

  • le attività umane hanno aumentato il riscaldamento globale di circa 1,0°C con un intervallo probabile tra 0,8 e 1,2°C  rispetto ai livelli preindustriali (anni 1850 – 1900);
  • se continuerà ad aumentare al tasso attuale, è probabile che tra il 2030 e il 2052 il riscaldamento globale possa raggiungere gli 1,5°C. [1]

Gli effetti dell’aumento della temperatura di 1 grado – che già oggi possiamo notare – sono tra gli altri [2]:

  • l’aumento degli eventi meteo estremi,
  • l’innalzamento del livello dei mari,
  • la diminuzione del ghiaccio nei Poli.

Lo stesso gruppo IPCC e arrivato a concludere quanto segue

  1. Ci sono rimaste poco meno di 500 miliardi di tonnellate del “budget del carbonio” / carbon budget (quantità massima di carbonio da rilasciare per restare al di sotto di un predeterminato aumento di temperatura) [6]
  2. Per tenere sotto controllo il riscaldamento globale e per contenere nell’anno 2050 l’aumento della temperatura media entro 2 gradi, le emissioni di CO2 equivalente di ogni persona sulla terra devono rimanere al livello di 2500 kg/anno. [3]

L’impronta media di carbonio per persona e per nazione

Secondo la Banca mondiale (World BanK), l’impronta media globale di carbonio pro-capite era nel 2014 di 4,97 tonnellate di CO2.

Questa media ha però una grande varianza. In parole semplici vuol dire che c’è chi inquina molto di più e chi inquina molto di meno. Nel 2007 per esempio,

  • la media UE era di circa 13,8 tonnellate di CO equivalente (CO2 e) / cap,
  • la media degli Stati Uniti, del Lussemburgo e dell’Australia era di oltre 25 tonnellate di (CO2 equivalente (CO2 e) / cap.

Paradossalmente nessuno di queste nazioni è tra quelle più a rischio degli effetti prodotti dal del cambiamento climatico. [4]

I paesi più a rischio sono: l’Honduras, il Myanmar, Haiti, il Nicaragua, le Filippine, il Bangladesh, il Pakistan, il Vietnam. Questi sono anche paesi la cui impronta di carbonio pro-capite è di gran lunga più bassa degli USA, dell’Europa e dell’Australia.

mentre i 10 paesi coi maggiori problemi legati alla fame del mondo, iI Burundi,  la Repubblica democratica del Congo, Il Madagascar, lo Yemen, la Sierra Leone,  il Ciad, il Malawi, Haiti, il Niger e lo Zambia, emettono appena lo 0,08% della CO2 globale. Questo dato emerge da un recente rapporto dell’Agenzia di soccorso e sviluppo di 41chiese protestanti, la Christian Aid,  [7]

L’impronta di carbonio, nell’Unione europea è equamente suddivisa,

  • tra le emissioni dirette: quelle ad esempio causate dai viaggi in auto ed in aereo,
  • e le emissioni indirette: quelle che cioè sono “incorporate” nei prodotti e nei servizi che utilizziamo.

Il calcolatore dell’impronta di carbonio di un volo d’aereo

Volare richiede molta energia.

Un aereo di medie dimensioni come l’Airbus A320 brucia su una normale rotta passeggeri circa 3 litri di carburante per chilometro. 

Se l’aereo è pieno (ovvero con 150 passeggeri) il consumo pro-capite è pari a 2 litri per 100 km per passeggero. Il che non è tanto rispetto ai viaggi aerei di migliaia o addirittura decine di migliaia di chilometri: quelli più lunghi coprono distanze di 13 – 14 mila chilometri. Viene da pensare a loro come dei veri e propri killer dell’ambiente.

Ma quale impatto hanno oggettivamente questi voli sul “budget del carbonio” / carbon budget (di 2.500 kg/anno di CO2 equivalente) che secondo l’IPCC ogni singolo cittadino non dovrebbe superare in un anno?

Il nostro calcolatore delle emissioni di volo calcola la quantità di CO₂ emessa nell’atmosfera durante un volo. Si basa sulla durata del volo e si applica sia in relazione ai voli nazionali che a quelli intercontinentali.

Formula ed elementi utilizzati per il calcolatore

Il nostro calcolatore dell’impronta di carbonio di un volo d’aereo si basa sui seguenti dati.

  1. Emissioni di gas con effetto serra all’ora in volo: nella misura di 92 kg di CO2 equivalente (CO2 e). [5]
  2. Un volo su aereo-tipo per i voli internazionali: Boeing 737-400 con 333 posti a sedere, ad una velocità di crociera di circa 910 Km/h. [5]
  3. Fattore di forcing radiativo/ forzatura radiativa (fattore che altera l’equilibrio energetico nel livello più basso dell’atmosfera): pari a 2 (siccome nel caso di voli aerei l’emissione di gas ad effetto serra avviene nella parte superiore dell’atmosfera, il suo effetto è peggiore di quello che sarebbe se avvenisse sul livello del mare. Per tener conto di ciò, includiamo un fattore di forzatura radiativa. Riteniamo che il suo valore sia 2)

La formula per il calcolo dell’emissione di CO₂ equivalente è:

Emissione gas serra = durata * emissione oraria passeggero * * * fattore di forzatura radiattiva / % posti occupati

La durata del volo dell’aereo viene moltiplicata per due se si tratta di un volo Andata / Ritorno (A/R).

Nota: questa formula tiene conto solo dell’energia da idrocarburi prodotta durante il volo dell’aereo, e non tiene conto dell’energia utilizzata per:

  • l’estrazione e il trasporto di petrolio greggio,
  • le inefficienze nelle raffinerie (circa il 7%),
  • la produzione e manutenzione degli aerei e la formazione del personale,
  • la costruzione di aeroporti, manutenzione, riscaldamento, illuminazione ecc.

Fonti

«01_COMUNICATO_STAMPA_IPCC_comunicato_stampa_SR15.Docx». Dropbox. Consultato 3 febbraio 2020. https://www.dropbox.com/s/26z9c0fxfbeao3t/01_COMUNICATO_STAMPA_IPCC_comunicato_stampa_SR15.docx?dl=0.

Ali, Sajjad. «Top Ten Countries Most Affected by Climate Change». CountriesNow, 14 ottobre 2013. https://www.countriesnow.com/top-10-countries-most-affected-by-climate-change/.

«Aviation». Consultato 3 febbraio 2020. https://www.carbonindependent.org/22.html.

«Flight Carbon Footprint Calculator – Omni». Consultato 3 febbraio 2020. https://www.omnicalculator.com/ecology/flight-emissions.

loghi e simboli ambientalisti su uno sfondo marrone chiaro
Foto ing. Candido

F104B713-1DA3-46FA-B30B-864DA9EC3308 Created with sketchtool. REVISIONATO DA

Ing. U. Candido, M.B.A.

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